“L'arte di invecchiare con filosofia. Il racconto di Socrate, Agata e il Futuro a teatro ” di e con Beppe Severgnini con la musica dal vivo eseguita dal WHITE SOCKS QUINTET
Con l’aiuto di una nipotina di tre anni che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa, invitandoci a «indossare con eleganza la propria età». Perché c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento: non di anziani insopportabili. Agata non sarà sul palco (ha impegni professionali all’asilo Montessori), ma la sua vivacità e il suo sguardo aiuteranno il nonno a raccontare, con serenità e ironia, gli anni complicati che stiamo attraversando.
La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire.
Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. Beppe Severgnini invita a comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. «Cosa diranno di noi dipende da noi», spiega l’autore sul palco. «Le cose per cui verremo ricordati non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste».
Il racconto teatrale parte dal bestseller Socrate, Agata e il futuro, ma va oltre. Inizia da un esilarante questionario (“Che anziano stai diventando?”), comprende letture e racconti (ah, quella conferenza all’asilo-nido!) e si avvale della musica del White Socks Quintet: Massimo al pianoforte, Iacopo al basso tuba, Alessio al clarinetto e sax, Claudio alla batteria e Romina (la figlia di Massimo) alla voce. Amici fiorentini sessantenni che si ritrovano dopo molti anni dagli esordi nella storica banda di Campi Bisenzio. Elegante nell’abito da sera (eh sì, con i calzini bianchi!), divertente e imprevedibile, il White Socks Quintet accompagna, con la musica dixieland, un racconto senza tempo.
Per partecipare allo spettacolo è obbligatoria la prenotazione, solo a partire da lunedì 29 settembre, scrivendo all'indirizzo museidelsorriso@gmail.com.
La prenotazione del posto costa 5 € a persona e il pagamento dovrà essere effettuato la sera stessa dello spettacolo, al momento del ricevimento dei biglietti. Prenotazioni valide fino ad esaurimento posti e comunque inviate entro il 13 ottobre.
in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo